Filamenti di plastica che affiorano tra la sabbia dell'Area Marina Protetta di Cerrano, provenienti dagli ombrelloni e dalle palme in materiale sintetico inquinante che campeggiano lungo tutta la riviera adriatica, area marina protetta compresa. Le associazioni sono partite dall'Area Marina Protetta di Cerrano in quanto è paradossale che le strutture turistiche di un sito protetta nazionale non siano in prima fila per combattere l'uso indiscriminato della plastica con azioni che educhino i cittadini. Questi filamenti, detti rafia sintetica, che si rompono facilmente in mesi di uso sotto al sole e con il vento, sono anche pericolosi per la fauna selvatica, in quanto possono annodarsi attorno alle zampe degli uccelli causandone la morte e vengono mangiati dagli animali marini. Ricordiamo che la plastica, trasformandosi in micro-plastiche poi entrano nella catena alimentare, giungendo ad essere ingerite perfino dall'uomo. Le associazioni presto invieranno lo stesso appello alla Regione Abruzzo e agli altri comuni abruzzesi: auspichiamo che l'Area marina protetta di Cerrano possa fungere da esempio per tutti fin dalla prossima stagione balneare. Durante i sopralluoghi svolti in questi giorni nell'Area Marina protetta i volontari di SOA e Paliurus hanno anche riscontrato la presenza di abbandoni di rifiuti direttamente sulle dune tra gli stabilimenti balneari. Non un bel biglietto da visita per i turisti che vogliono godersi il mare di settembre. Azioni incivili che devono essere represse. Anche questo aspetto è stato evidenziato nella lettera all'AMP.

ASS. PALIURUS
STAZIONE ORNITOLOGICA ABRUZZESE ONLUS